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Gli eventi in Medio Oriente favoriscono il mercato del petrolio

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Nov 27, 2015, 16:45 UTC

Il petrolio greggio è stata una delle materie prime maggiormente negoziate nel corso delle festività negli USA. Venerdì, nel corso della sessione

Gli eventi in Medio Oriente favoriscono il mercato del petrolio

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Il petrolio greggio è stata una delle materie prime maggiormente negoziate nel corso delle festività negli USA. Venerdì, nel corso della sessione asiatica, il WTI ha ceduto 52 centesimi scivolando a 42,52 mentre il Brent ha lasciato sul terreno 18 centesimi attestandosi a 45,44. Intanto i trader tengono sotto stretta osservazione l’evolversi dei molteplici scenari in Medio Oriente. Il clima di tensione fra Russia e Turchia continua a sostenere il mercato, nonostante l’incidente sia ormai ridotto a una guerra di accuse e smentite. Il Brent e il petrolio greggio statunitense hanno guadagnato terreno rispetto alle chiusure della scorsa settimana proprio a causa del clima di incertezza geopolitica in Medio Oriente creatosi in seguito all’abbattimento dell’aeroplano russo da parte della Turchia. La Russia giovedì ha minacciato una rappresaglia economica contro la Turchia e ha sostenuto di essere ancora in attesa di una giustificazione credibile, ma il governo turco ha rimandato le accuse al mittente definendole “emotive” e “sproporzionate”. Alcuni ritengono però che le tensioni geopolitiche in Medio Oriente potrebbero favorire un rialzo dei prezzi del petrolio.

A calamitare l’attenzione dei trader anche la riunione annuale dell’Opec in programma per la fine della prossima settimana. Il mercato rivolge lo sguardo verso la riunione dei ministri dei paesi esportatori di petrolio, la cui riunione si terrà il 4 dicembre a Vienna. L’OPEC è determinata a mantenere inalterati i livelli di estrazione di petrolio nonostante le tensioni che ne derivano soprattutto nei confronti dell’Arabia Saudita, il principale artefice di questa linea politica, e che allarma i membri più deboli che temono un ulteriore crollo dei prezzi fino magari ai 20$ al barile. Un cambiamento radicale della linea politica sembra essere possibile solo se i più importanti paesi produttori fuori dal Medioriente concorderanno per un taglio alla produzione.

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Giovedì il Ministro dell’Energia russo ha annunciato il raggiungimento di un accordo speciale per la nascita di un gruppo di lavoro sul settore di petrolio e gas, volto a promuovere il dialogo fra i più importanti produttori di petrolio al mondo. La concorrenza si sta facendo sentire sul più grande mercato di petrolio della Russia. Mentre l’invasione sul mercato europeo da parte dell’Arabia Saudita è sotto gli occhi di tutti, la più grande minaccia viene da un’altra zona del Medioriente – l’Iran. Intanto il più grande esportatore di petrolio al mondo ha cominciato a esportare petrolio greggio verso i mercati che tradizionalmente appartenevano alla Russia.

Ora che l’Iran torna sui mercati mondiali e dopo che le Nazioni Unite avranno approvato l’accordo sul nucleare iraniano questo mese, il petrolio iraniano dovrebbe ritornare sui mercato, presumibilmente a inizio gennaio del 2016. In una conferenza di due giorni che si terrà in Iran è che avrà inizio sabato prossimo, l’Iran proporrà oltre 50 progetti nel settore del petrolio e del gas naturale agli investitori stranieri: il paese del Golfo Persico si prepara alla fine delle sanzioni che hanno soffocato lo sviluppo e la produzione nel settore dell’energia.

A sostenere il mercato del petrolio ha anche contribuito il rafforzamento del dollaro USA, che rende i contratti denominati in dollari più costosi per coloro che detengono altre valute. Mercoledì il petrolio greggio USA è stato favorito dai dati sulle scorte che indicano un incremento al di sotto delle aspettative e dal conteggio delle piattaforme petrolifere che indica un ulteriore calo, a suggerire che i produttori sono in attesa di un aumento die prezzo prima di rimettersi al lavoro. Giovedì i dati hanno contribuito limitare le perdite sul mercato dei future del WTI, nonostante il basso volume di trading dovuto alle festività del Giorno del Ringraziamento negli USA.

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