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Le banche centrali controllano il fattore forex

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Dec 1, 2015, 15:44 UTC

Dicembre potrebbe essere il mese più emozionante dell'anno per fare trading: giovedì la BCE renderà noto il proprio piano di sostegno all'economia

Le banche centrali controllano il fattore forex

Le banche centrali controllano il fattore forex
Le banche centrali controllano il fattore forex
Dicembre potrebbe essere il mese più emozionante dell’anno per fare trading: giovedì la BCE renderà noto il proprio piano di sostegno all’economia dell’euro zona, mentre il giorno successivo sarà la volta dei dati sull’occupazione negli USA seguiti dalla riunione annuale dell’Opec. Contemporaneamente a Parigi si sta svolgendo un incontro fra il leader di tutto il mondo per discutere dei cambiamenti climatici, ma in molti stanno approfittando di questa riunione per degli incontri collaterali. Il presidente della Russia incontrerà Obama per discutere gli obiettivi in Medio Oriente, mentre Turchia e Russia cercheranno di lenire il clima di tensione. Quando tutto questo fermento sarà alle nostre spalle sarà la riunione del FOMC ad occupare le prime pagine dei giornali. Questa settimana abbiamo anche in agenda sei discorsi ufficiali di esponenti della Federal Reserve, fra i quali diverse apparizioni di Janet Yellen.

Lunedì il dollaro si muove in rialzo, facendo registrare la migliore performance mensile da inizio anno: gli investitori attendono con ansia l’incremento dei tassi di interessi da parte della Federal Reserve, che secondo molti si verificherà nel mese di dicembre. Il dollaro guadagna in giornata lo 0,2% salendo lunedì pomeriggio, nel corso della sessione di New York, a quota 100,16. Dopo aver toccato a inizio sessione quota 100,31, ai massimi da marzo, questa mattina il biglietto verde rimane a 100,12. Nel mese di novembre l’indice del dollaro guadagna il 3,4%, facendo segnare la migliore performance mensile dopo l’incremento del 5% registrato nel mese di gennaio.

Nel mese di novembre il trading forex è stato dominato dalle dichiarazioni degli esponenti delle Banche centrale. Il presidente della BCE Mario Draghi e i suoi colleghi hanno confermato la probabile adozione di ulteriori misure di stimolo, che potrebbero includere una espansione del programma di acquisto titoli e un taglio al tasso di deposito, già ora su terreno negativo.

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Gli esponenti della Fed, in particolar modo il presidente Janet Yellen e il vicepresidente Stanley Fischer, hanno rassicurato i mercati sulla tenuta dell’economia in caso di aumento dei tassi. Nel mese di novembre l’euro ha lasciato sul terreno il 4% attestandosi lunedì pomeriggio a 1,0568$, ai minimi da metà aprile. Questa mattina l’euro si attesta a 1,0579.

Lo yen nel mese di novembre a perso il 2% del proprio valore, spinto in ribasso dalle dichiarazioni degli esponenti della Fed. In seguito alle dichiarazioni del presidente della Banca del Giappone Kudora il dollaro viene contrattato 122,87¥. La Banca del Giappone a ottobre ha deluso gli investitori rifiutandosi di espandere il proprio programma di acquisto di titoli.

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Questa mattina la Reserve Bank of Australia ha deciso di mantenere inalterati i tassi e le misure di politica monetaria contribuendo all’incremento dell’Aussie di 43 punti contro il dollaro USA in calo. L’Aussie si attesta a 0,7269 mentre il kiwi guadagna terreno in scia a un incremento del differenziale fra le due banche centrali – in rialzo di 45 punti in vista dell’audizione di stasera. Il dollaro neozelandese si attesta a 0,6629. I dati della Cina confermano la flessione del PMI del settore manifatturiero. Il rapporto Caxin nel settore privato supera leggermente le aspettative. Secondo il National Bureau of Statistics nel mese di novembre l’indice PMI ufficiale scende a 49,6, ai minimi dall’agosto 2012, a fronte di una stima media pari a 49,8.

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