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I falchi del Fomc continuano a far muovere il dollaro in rialzo

Da:
Barry Norman
Pubblicato: May 24, 2016, 07:47 UTC

Con sempre più membri del Fomc che si dichiarano favorevoli a una politica restrittiva, il dollaro continua ad apprezzarsi, mentre l'euro perde 11 punti

I falchi del Fomc continuano a far muovere il dollaro in rialzo

Con sempre più membri del Fomc che si dichiarano favorevoli a una politica restrittiva, il dollaro continua ad apprezzarsi, mentre l’euro perde 11 punti per venire negoziato a quota 1,1210, ossia in ribasso del 10%. Nella mattinata, il dollaro è salito a quota 95,32, guadagnando 90 punti.  La Fed ha sorpreso gli investitori quando i  verbali dell’ultima riunione del Fomc, pubblicati la scorsa settimana, hanno mostrato come un innalzamento dei tassi sia possibile già a giugno, provocando agitazione sui mercati. Questa settimana, l’attenzione si concentra sui dati sugli Stati Uniti, per capire se potranno andare a rafforzare le probabilità di una manovra restrittiva a giugno o luglio. Il dollaro si è mosso in rialzo sull’euro, ma si è deprezzato contro lo yen a seguito della pubblicazione dei dati sul commercio del Giappone e della contrarietà di Washington a un intervento di Tokyo per svalutare la divisa nipponica.

Nella giornata di lunedì, i presidenti della Federal Reserve di San Francisco e di Philadelphia, rispettivamente John Williams e Patrick Harker, hanno dichiarato di ritenere possibili due o tre innalzamenti dei tassi nel 2016, aggiungendosi al coro di quanti sono favorevoli a una politica restrittiva.

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Secondo i trader, vi è un 54% di probabilità che la Fed aumenti i tassi dall’attuale 0,25% allo 0,5% a luglio, raggiungendo il 50% per la prima volta da marzo. Inoltre, le possibilità di una manovra restrittiva a dicembre sono salite dal 58% della fine del mese scorso al 76%.

L’indice del dollaro, che misura l’andamento della valuta statunitense nei confronti di sei controparti principali, si è mosso in rialzo dello 0,03% per raggiungere quota 95,36. I dati deludenti sugli indici dei direttori degli acquisti dell’Eurozona hanno pesato sulla moneta unica europea. In particolare, sia l’indice per il settore dei servizi sia quello composito sono risultati negativi. Con il loro andamento positivo, i dati sulla Germania hanno, invece, sorpreso i mercati. Nei prossimi due giorni, verranno diffusi i dati sulla fiducia dei consumatori e delle imprese. L’indice dei direttori degli acquisti, pubblicato dalla Markit Economics di Londra nella giornata di lunedì, è salito dal 53,6 di aprile a 54,7. Tuttavia, i nuovi ordinativi registrano l’aumento più basso degli ultimi dieci mesi.

Per Oliver Kolodseike, un economista di Markit, “Un primo sguardo ai risultati di oggi è incoraggiante, con la crescita della produzione in aumento per la prima volta nel 2016. Tuttavia, non dobbiamo adagiarci su questi dati, bensì considerarli con una certa prudenza. Vi sono prove che alcune imprese hanno aumentato l’attività perché hanno svolto del lavoro arretrato, non perché hanno concluso nuovi affari.”

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Nel primo trimestre, la crescita della Germania ha raggiunto lo 0,7%, il massimo degli ultimi due anni. Con la disoccupazione ai minimi storici e i prezzi stagnanti, la crescita è stata sostenuta soprattutto dalla domanda interna.

Markit riporta che le imprese tedesche hanno annunciato di aver aumentato i prezzi per la prima volta in cinque mesi, soprattutto a causa dell’incremento dei costi del personale e dei carburanti. Al contempo, con le imprese che cercano di mantenere la propria competitività, i prezzi di vendita sono rimasti ampiamente invariati.

I creditori europei della Grecia si preparano a sborsare 11 milioni di euro, una volta che Atene avrà completato la revisione del programma di salvataggio. Secondo la bozza del documento di conformità del programma economico della Grecia redatta dalla Commissione europea, che Bloomberg ha potuto visionare, tali fondi verranno utilizzati per sanare gli arretrati e coprire le necessità legate al servizio sul debito, tra cui il pagamento di 2,3 miliardi di euro dovuto alla Banca Centrale Europea a luglio. Nella giornata di martedì, con sei mesi di ritardo, l’Unione Europea potrebbe potrebbe dichiarare che la Grecia ha attuato con successo le riforme necessarie a sbloccare i nuovi prestiti dal valore di 10 miliardi di euro. Tuttavia, per Atene non sarà possibile ottenere la riduzione del debito a causa delle differenze tra Unione Europea e Fmi.

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Secondo Bloomberg, nel corso dell’anno,lo yen ha guadagnato circa il 10% sul dollaro, registrando l’apprezzamento maggiore tra le valute del G10. La mossa deriva dall’ipotesi che la Banca del Giappone stia esaurendo gli strumenti per raggiungere l’obiettivo di inflazione al 2%. La coppia USD/JPY viene negoziata a quota 109,41.

Nella giornata di martedì, il ministro delle Finanze, Taro Aso, ha dichiarato al parlamento che il Giappone non ha intenzione di ridurre il tasso di cambio per rilanciare la competitività. Nella giornata di lunedì, lo yen ha registrato il suo maggiore ribasso giornaliero contro il dollaro. Come è emerso durante il vertice del G7 svoltosi nel fine settimana, i ministri delle Finanze di Giappone e Stati Uniti sono divisi sulla possibilità di un intervento basato sulla vendita di yen.

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