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I dati mostrano come l’economia del Giappone stia morendo di morte lenta

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jul 29, 2016, 12:39 UTC

All'apertura della sessione asiatica di venerdì, il Giappone ha pubblicato l'usuale mole di dati mensili. Le letture di oggi, che includono le vendite al

I dati mostrano come l’economia del Giappone stia morendo di morte lenta

All’apertura della sessione asiatica di venerdì, il Giappone ha pubblicato l’usuale mole di dati mensili. Le letture di oggi, che includono le vendite al dettaglio, la produzione industriale e i prezzi al consumo (inflazione), hanno fatto rabbrividire il governo. L’economia del Giappone sta crollando. A quanto pare, in tre anni, l’Abenomics e la Banca del Giappone non sono riusciti a fare nulla per invertire il ciclo economico. Gli speculatori attendono ansiosamente la decisione della Banca del Giappone che, prevista per la giornata di oggi, dovrebbe includere un taglio del tasso di interesse ancor più in negativo e un programma di misure di stimolo. Si spera che, immediatamente dopo la conclusione della conferenza stampa della Banca del Giappone, il primo ministro Abe vari un programma di stimolo aggressivo, che preveda misure di “helicopter money”.

I dati pubblicati nella mattinata di oggi hanno mostrato che i prezzi sono diminuiti al tasso più rapido dal giugno 2013. Al contempo, i consumi sono stati inferiori alla aspettative, nonostante il mercato del lavoro sia nelle migliori condizioni degli ultimi anni. Secondo gli analisti, tale tendenza dovrebbe portare la Banca del Giappone a intervenire già nella giornata di venerdì.

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Secondo i dati pubblicati dal governo nella giornata di venerdì, a giugno, i prezzi dei beni, esclusi i generi alimentari freschi, sono diminuiti dello 0,5% su base annuale, segnando il quarto mese consecutivo di riduzione. Il dato è superiore al declino dello 0,4% previsto dagli economisti.

L’inflazione è sempre più lontana dall’obiettivo del 2% fissato dalla Banca del Giappone. Un aumento dei prezzi al di sotto del tasso di inflazione obiettivo è un problema per molte delle banche centrali delle principali economie, dall’Unione Europea all’Australia.

I dati diffusi dal governo nipponico mostrano come, tra maggio e giugno, la produzione industriale abbia segnato il passo dopo un primo trimestre debole, che aveva visto turbolenza sui mercati e disastri naturali all’inizio dell’anno. Il ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria ha comunicato che la produzione di una serie di beni, dall’acciaio alle autovetture, dai vestiti ai semiconduttori, è rimasta invariata rispetto al trimestre precedente, dopo un calo dell’1,0% tra gennaio e marzo.

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La produzione industriale è studiata con attenzione dagli economisti, in cerca di indizi tempestivi sulla tendenza dell’economia. In generale, si prevede che, tra aprile e giugno, il Pil, che verrà pubblicato il 15 agosto, mostrerà una crescita invariata. Da giugno, la produzione è aumentata dell’1,9% rispetto al mese precedente, mentre gli economisti interpellati dal The Wall Street Journal e dal Nikkei attendevano un incremento dello 0,7%. Secondo le analisi del ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, la produzione dovrebbe aumentare del 2,4% a luglio e del 2,3% ad agosto.

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Ulteriore delusione deriva dalle vendite al dettaglio, diminuite dell’1,4% su base annuale e aumentate dello 0,2% rispetto allo scorso mese. Le vendite dei grandi esercizi commerciali sono scese dell’1,5% su base annuale, dopo una correzione del numero dei negozi.

In attesa della decisione della Banca del Giappone sulle misure di stimolo, prevista per la giornata di oggi, lo yen si è mosso al rialzo sul dollaro, venendo negoziato a quota 104,73. Contro l’euro, la valuta nipponica raggiunge quota 116,06.

A seguito della delusione per i dati della bilancia commerciale e del lieve aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione, il dollaro ha perso 14 punti. La dichiarazione della Fed, pubblicata nella giornata di mercoledì, ha provocato un deprezzamento del dollaro, poiché il Fomc ha impiegato dei tono leggermente più da falco, ma senza indicare se, nel corso di quest’anno, vi sarà un innalzamento dei tassi di interesse.

L’Aussie è salito a quota 0,7526, prestando scarsa attenzione ai deboli dati sull’inflazione e alla contrazione del credito al settore privato. I trader si concentrano sul programma di stimolo in Giappone, sul deprezzamento del dollaro e sulla decisione della Rba sui tassi di interesse, prevista per la prossima settimana. Nella mattinata di venerdì, il kiwi viene negoziato a quota 0,7113, in rialzo di 42 punti. La mossa segue un rapporto superiore alle attese sulle licenze edilizie e i dati fortemente positivi sulla fiducia delle imprese. Le valute legate alle materie prime stanno beneficiando delle aspettative di adozione di misure di’ “helicopter money” da parte della Banca del Giappone e, verso la fine di agosto, da parte della Banca d’Inghilterra e della Bce.

Nella mattinata di oggi, la sterlina viene negoziata a quota 1,3185 e l’euro a quota 1,1083.

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