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AUD e NZD si muovono in rialzo a seguito dei deludenti dati sul settore manifatturiero cinese

Da:
Barry Norman
Pubblicato: May 3, 2016, 08:08 UTC

Con le borse giapponesi chiuse per festa, la mattinata di martedì è stata caratterizzata da bassi volumi. Nel corso della settimana, lo yen si è mosso

AUD e NZD si muovono in rialzo a seguito dei deludenti dati sul settore manifatturiero cinese

Con le borse giapponesi chiuse per festa, la mattinata di martedì è stata caratterizzata da bassi volumi. Nel corso della settimana, lo yen si è mosso ulteriormente in rialzo a seguito della decisione del Tesoro degli Stati Uniti di inserire il Giappone in una lista di paesi con ampi avanzi commerciali con gli Usa. Lo yen ha guadagnato 26 punti su un dollaro che continua a deprezzarsi, raggiungendo quota 106,15. Contro l’euro, la valuta nipponica viene negoziata a quota 122,46, in ribasso di 29 punti. Il dollaro si muove in ribasso dalla metà di marzo, quando la presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, dichiarò che la Fed avrebbe proceduto con prudenza all’innalzamento dei tassi a causa dei rischi connessi all’economia globale e all’inflazione, ferma al di sotto dell’obiettivo fissato dalla banca centrale degli Stati Uniti al 2%.

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Nella giornata di lunedì, il dollaro si è mosso in rialzo sullo yen dopo essere sceso a minimi settimanali non registrati da sette anni. Tuttavia, la divisa statunitense si è deprezzata contro altre valute, in particolare contro l’euro, sostenuto dai dati decisamente positivi sul settore manifatturiero tedesco.

Nelle prime ore della sessione asiatica, i timori per l’incapacità delle autorità giapponesi di limitare l’apprezzamento dello yen hanno spinto il dollaro a 106,14 yen ossia ai minimi degli ultimi diciotto mesi. Nel corso della giornata, il dollaro è poi rimbalzato a 106,78 yen, in rialzo dello 0,4%.

Nel fine settimana, i quotidiani nipponici hanno riportato alcune affermazioni del ministro delle finanze, Taro Aso, secondo cui l’apprezzamento dello yen è “estremamente preoccupante.” La notizia ha rafforzato le ipotesi di un intervento della Banca del Giappone per frenare il rialzo dello yen.

Mentre scriviamo, al riunione della Rba è ancora in corso e l’Aussie ha guadagnato 36 punti  per raggiungere quota 0,7704. A seguito delle indicazioni fornite da alcune importanti banche nelle ultime settimane, la maggior parte dei trader ritiene che il governatore Glenn Stevens manterrà tassi e politica monetaria invariati.  Jeremy Stretch, direttore della strategia per le valute presso la Canadian Imperial Bank of Commerce, sostiene che, probabilmente, la Rba non taglierà i tassi per il timore di stimolare nuove richieste di prestiti da parte di consumatori già notevolmente indebitati.

Secondo i dealer, l’Aussie è molto sensibile alla decisione della Rba: la valuta australiana potrebbe muoversi in rialzo o in ribasso del 2% a seconda dell’esito della riunione della banca centrale.

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In una nota, l’Anz scrive: “Attualmente, i fondi con leva finanziaria stanno procedendo ad acquisti di AUD per 4,6 miliardi di dollari, il massimo dal settembre del 2014.

Con i mercati giapponesi chiusi fino a giovedì per la Settimana d’Oro, una mancanza di liquidità potrebbe amplificare qualsiasi mossa.

Il dollaro neozelandese si è mosso in rialzo per la quarta sessione consecutiva, salendo da quota 0,7024 a quota 0,7047.  L’apprezzamento deriva dalla speranza che la Banca Popolare Cinese adotti nuove misure di stimolo a seguito dei deludenti dati sulla Cina. Un rapporto ufficiale pubblicato nella giornata di domenica ha mostrato come, ad aprile, l’attività del settore manifatturiero cinese sia aumentata per il secondo mese consecutivo, ma solo marginalmente. Il dato fa dubitare della sostenibilità della recente ripresa dell’economia della seconda potenza globale.

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Ad aprile, l’indice ufficiale dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero è salito a 50,1, posizionandosi al di sotto del 50,2 di marzo e appena al di sopra di quel 50 che separa l’espansione dalla contrazione.

Gli analisti interpellati dalla Reuters avevano previsto una lettura di 50,4. I dati positivi di marzo avevano, infatti, alimentato la speranza che la Cina stesse uscendo dalla lunga fase di rallentamento.

Secondo Zhou Hao, economista senior per i mercati emergenti della Commerzbank di Singapore, i risultati sono stati “un po’ deludenti. In qualche misura, i dati suggeriscono che il recente entusiasmo per la Cina è stato leggermente eccessivo e che le letture di marzo sono state di breve durata.”

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