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Prezzi Del Greggio In Ribasso Sulla Scia Di Un Aumento Della Produzione

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Jul 25, 2016, 13:54 UTC

Il dollaro statunitense posta un rally poiché i dati degli Stati Uniti hanno mostrato come l'economia della nazione stia seguendo la giusta direzione

Prezzi Del Greggio In Ribasso Sulla Scia Di Un Aumento Della Produzione

Il dollaro statunitense posta un rally poiché i dati degli Stati Uniti hanno mostrato come l’economia della nazione stia seguendo la giusta direzione oscurando così la possibilità di assistere ad una recessione i prezzi del greggio si muovono in ribasso poiché il resto del mondo non sembra fornire uno scenario analogo. Le stime di crescita del Fondo Monetario Internazionale diminuiscono, mentre i dati del PMI del Regno Unito hanno sconvolto le prospettive mostrando come il Bretix stia innescando alcune difficoltà nell’economia del paese. Questa settimana il greggio WTI perde il 4% raggiungendo i 44,23$. Questa mattina il greggio WTI posta un calo dello 0,35% per attestarsi su quota 44,05$ mentre il Brent chiude la settimana a 45,73$ ed é attualmente negoziato a 45.95$. Stando a quanto riportato dall’Energy Information Administration le scorte del combustibile statunitense e quelle della benzina hanno postato i massimi stagionali degli ultimi vent’anni. Il record del consumo di carburante registrato nel mese di giugno non é bastato ad intaccare le scorte che hanno chiuso il mese in prossimità dei massimi registrati nello stesso periodo del 1984. La stagione “di guida” estiva si conclude il 5 settembre, quando si celebra il giorno dei lavoratori.

Il greggio ha oscillato tra i 44$ e i 52$ al barile da inizio giugno registrando un incremento di quasi il 50% dai minimi degli ultimi 12 anni riportati a febbraio poiché le interruzioni della fornitura di greggio proveniente dalla Nigeria e dal Canada, congiuntamente al calo della produzione statunitense, hanno ridotto le preoccupazioni riguardanti l’eccesso dell’offerta. Al 15 luglio, le scorte di greggio degli Stati Uniti hanno postato il nono calo settimanale consecutivo, tuttavia, si attestano ancora di oltre 1000 milioni di barili al di sopra della media quinquennale.

Michael Cohen, analista di Barclays Plc, ha dichiarato in un’intervista televisiva rilasciata a Bloomberg quanto segue:”Una delle cose che il mercato deve affrontare in questo momento è l’eccessivo numero di scorte che ha raggiunto livelli troppo elevati. Il numero delle scorte si attesta nettamente al di sopra dei livelli stagionali.”

Stando a quanto riportato mercoledì dall’EIA, la scorsa settimana le scorte di greggio degli Stati Uniti sono diminuite di 2,34 milioni di barili per attestarsi su quota 519,5 milioni di barili. Le scorte di benzina, invece, hanno registrato un rialzo di 241 milioni di barili, i massimi da aprile, mentre la produzione di greggio aumenta per la seconda settimana consecutiva.

Baker Hughes ha mostrato come le compagnie petrolifere abbiano riaperto 14 impianti di perforazione nella settimana terminata il 22 luglio; si tratta del quarto rialzo settimanale consecutivo.

 I dati sono stati riportati mercoledì dal rapporto d’inventario degli Stati Uniti, rapporto che ha mostrato come le scorte di benzina siano aumentate notevolmente.

Matt Smith di Clipper Data ha dichiarato: “Il greggio sembra essere destinato a muoversi ulteriormente in ribasso poiché persistono le preoccupazioni riguardanti un eccesso dell’offerta, mentre il significativo sell off rafforza il dollaro statunitense”.

Nel mese di giugno il mercato del greggio ha mostrato capacità di recupero, infatti in quel periodo tanto il Brent quanto il greggio WTI hanno rotto al di sopra dei 51$ al barile postando i massimi del 2016 sulla scia non solo dell’ interruzione della fornitura nigeriana e canadese, ma anche del calo dell’1,7% registrato dalla produzione statunitense. La produzione globale è diminuita di 800.000 barili giornalieri nel mese di maggio nonostante la massiccia produzione russa che si attestava in prossimità dei 10.83 milioni di barili giornalieri. A seguito della revoca del divieto di esportazione di greggio statunitense, il differenziale tra il greggio WTI ($ 48,84) e il Brent ($ 50,25) è diminuito notevolmente attestandosi su quota 1,41$.

La stabilità dei prezzi del greggio ha innescato un aumento degli impianti di perforazione degli Stati Uniti che nel mese di giugno hanno raggiunto le 417 unità postando un rialzo del 2%. Un incremento delle attività off shore ha supportato l’aumento degli impianti internazionali che nel mese di maggio hanno raggiunto le 1004 unità riportando un rialzo del 2%.

Da un punto di vista ribassista le scorte dei prodotti principali hanno raggiunto livelli record, i margini di raffinazione sono ormai abissali e le entrate dei raffinatori piuttosto basse, inoltre abbiamo assistito ad un “appiattimento” della produzione statunitense, ad un incremento degli impianti di perforazione e a forti numeri di produzione e di uscita da parte dell’Opec e della Russia, elementi che continuano a gravare sui prezzi del combustibile limitando così la possibilità di assistere ad un rialzo del mercato. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come mercoledì il porto libico di Hariga abbia caricato su una petroliera  600.000 barili alimentando così le pressioni di questa settimana. In termini di valute il DXY’s a 4 mesi ha postato i massimi settimanali a 97.23 spingendo il greggio in ribasso, mentre la coppia EUR/USD si attesta tra gli 1.100 e 1,1050. Per quanto riguarda i flussi, il sentimento del mercato rimane in gran parte negativo, come evidenziato dalle cinque settimane consecutive di vendita netta di ICE Brent.

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