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L’Eccesso Della Produzione Si Sposta Dallo Scisto Statunitense Al Medio Oriente

Da:
Barry Norman
Pubblicato: May 2, 2016, 10:53 UTC

Stando a quanto riportato dall'EIA, questa settimana la situazione delle scorte di greggio é peggiorata. Se le stime sono esatte, le scorte di greggio si

L’Eccesso Della Produzione Si Sposta Dallo Scisto Statunitense Al Medio Oriente

Stando a quanto riportato dall’EIA, questa settimana la situazione delle scorte di greggio é peggiorata. Se le stime sono esatte, le scorte di greggio si attestano su quota 540,6 milioni di barili mostrando così un surplus di 2 milioni di barili rispetto ai 538,6 milioni registrati nella settimana precedente e un incremento nettamente superiore agli 1,1 milioni di barili stimati dall’American Petroleum Institute il giorno antecedente al rilascio del suddetto rapporto. Nel grafico sottostante possiamo vedere la tendenza registrata dalle scorte nel corso delle ultime 52 settimane (Ricerca Alpha)

Ascesa Scorte di Greggio

Detto questo, i prezzi hanno continuato a muoversi in rialzo nonostante l’incremento riportato dal rapporto d’inventario settimanale. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come il 27 aprile i prezzi del greggio abbiano registrato un rincaro di quasi il 3% rimanendo in prossimità dei massimi per tutta la settimana nonostante il rilascio del suddetto rapporto. La mossa prende piede anche in risposta alle notizie positive riguardanti la produzione e la domanda.

Il greggio WTI é negoziato a 46,02$ registrando un guadagno di oltre il 5% per la settimana. Il Brent é scambiato a 47,95$.

L’EIA ha dichiarato che nel mese di febbraio la produzione media era di 9,129 milioni di barili giornalieri, in calo di 51.000 barili giornalieri rispetto alle stime di gennaio. Questa stima è sostanzialmente in linea con i settimanali che sono stati segnalati per febbraio. Il calo totale dai massimi riportati ad aprile del 2015 è stato di 565.000 barili giornalieri. I numeri coprono un periodo di 10 mesi.

I dati rilasciati dall’EIA mostrano come le scorte di benzina abbiano registrato un incremento di 1,6 milioni di barili passando da 239,7 milioni di barili a 241,3 milioni di barili. Un aspetto positivo é che la benzina non é ancora in una “condizione di eccesso”, tuttavia, ogni aumento delle scorte é negativo per il mercato. Detto questo, anche il propano/glicole di propilene registra un incremento di 2,3 milioni di barili passando dai 68,9 milioni di barili precedenti agli attuali 71,2 milioni di barili. L’altra categoria di prodotti petroliferi registra un aumento di 1,2 milioni di barili, infatti, se prima si attestava su quota 246,8 milioni di barili ora ha raggiunto i 248 milioni di barili.

Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come anche i dati rilasciati dalla Baker Hughes abbiano avuto un effetto positivo sul mercato petrolifero, infatti, il numero degli impianti di perforazione degli Stati Uniti ha riportato un calo di 11 unità per attestarsi su quota 332 impianti. I numeri mostrati dalla Baker Hughes mostrano un calo del 51,1% rispetto alle 679 piattaforme petrolifere registrate nello stesso periodo dello scorso anno.

Stando a quanto dichiarato dalla Sputnik International  i prezzi del greggio potrebbero raggiungere nuovamente i 30$ al barile poiché l’eccesso dell’offerta continua a minacciare il mercato, il dollaro statunitense potrebbe postare un ulteriore rimbalzo e gli investitori di greggio potrebbero avviare una presa di beneficio sulla scia del recente rialzo del combustibile.

Dopo il significativo rimbalzo postato dal greggio che ha visto il combustibile guadagnare circa il 70% dai minimi degli ultimi 12 anni postati nel mese di gennaio e attestarsi in prossimità dei 50$ al barile, i prezzi del greggio potrebbero postare un nuovo calo testando nuovamente il livello dei 30$ al barile. I recenti sviluppi del mercato petrolifero che hanno visto il combustibile guadagnare il 20% nel mese di aprile potrebbero mostrare uno scenario analogo a quello registrato tra marzo e giugno del 2015, quando i prezzi del greggio hanno radunato dai minimi storici per poi postare un drammatico calo nella seconda metà dell’anno sulla scia di un significativo  eccesso dell’offerta.

Questa volta però, l’eccesso dell’offerta rimane intatta, mentre i produttori di scisto degli Stati Uniti hanno dimostrato una certa resistenza ai ricavi inferiori. Detto questo, i recenti rincari del greggio sono stati dettati dalla debolezza del dollaro statunitense e dalla possibilità di assistere ad un raggiungimento di un accordo tra i principali produttori mondiali, accordo volto a ridurre la produzione di greggio.

Il prezzo del petrolio è aumentato di oltre il 50% in quattro mesi, ha riferito Bloomberg. La crescita è stata determinata dalle aspettative di un recupero dell’equilibrio tra domanda e offerta sul mercato.

 

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