Il greggio si avvia a segnare il ribasso più grave dal dicembre del 2015

Nella giornata di venerdì, il greggio è sceso ai minimi da aprile, con il Brent che si avvia a segnare il ribasso mensile più grave dal dicembre del 2015. Il Wti lo segue a breve distanza. Il rallentamento della crescita e l’aumento della produzione sono ritenuti le cause dell’incremento di un’offerta di petrolio già in eccesso.

Poco dopo l’apertura, i contratti future sul Brent hanno ceduto circa 50 centesimi, toccando i 42,20$. A breve distanza dall’apertura di New York, il Wti ha perso circa 14 centesimi, scendendo a 41,00$. Nelle prime ore dellas sessione, il mercato ha registrato un minimo di 40,57$.

Agli attuali livelli di prezzo, sia il Brent sia il Wti si avviano a concludere il mese di luglio in ribasso di più del 15%.

Nella giornata di venerdì, le deludenti perdite registrate dal settore dell’energia hanno contribuito al ribasso delle borse statunitensi. Una serie di dati sugli utili fortemente positivi sul settore della tecnologia non è riuscita ad annullare questo ribasso.

I mercati azionari sono stati trascinati in ribasso anche dai dati preliminari sul Pil del secondo trimestre, nettamente inferiori alle aspettative. La lettura dà, infatti, la crescita del Pil ad appena l’1,2% su base annuale, ben al di sotto dell’atteso 2,6%.

Le componenti del Pil rivelano che la spesa per i consumi è aumentata al 4,2%, il tasso più alto dal quarto trimestre del 2014. La sepsa per i consumi compone più di due terzi dell’attività economica degli Stati Uniti. In aggiunta alla contrazione del Pil nel secondo trimestre, quello del primo trimestre è stato corretto al ribasso dall’1,1% allo 0,8%. Ciò potrebbe indicare l’avvio di una tendenza negativa dell’economia. Nei tre mesi conclusisi a giugno, l’indice del costo del lavoro è salito dello 0,6% su base destagionalizzata. Nel mese di luglio, l’indice dei direttori degli acquisti di Chicago segna 55,8 a fronte del 56,8 di giugno. A luglio, la fiducia dei consumatori era a 90,0.

La pubblicazione della dichiarazione della Fed sulla politica monetaria ha dato avvio agli interventi dei membri della banca centrale degli Stati Uniti. Secondo Dow Jones, il presidente della Fed di San Francisco Fed, John Williams, ha affermato che la banca centrale potrebbe innalzare i tassi in futuro, non ridurli. Williams ha, inoltre, dichiarato che la Fed deve tenere conto delle conseguenze delle proprie azioni nelle altre economie e che aumenti dei tassi lenti e graduali sono utili all’economia internazionale.

I contratti future sull’indice del dollaro con scadenza a settembre si sono mossi in forte ribasso a causa dell’apprezzamento dello yen, innescato dalla delusione per il pacchetto di misure di stimolo adottato dalla Banca del Giappone. Al contrario,l notizie provenienti dal Giappone hanno spinto in rialzo AUD e NZD. Secondo molti investitori, questo rialzo potrebbe essere limitato dalle aspettative di un taglio dei tassi di interesse da parte della Rba e della Rbnz nel mese di agosto.

La coppia GBP/USD si è mossa in ribasso, con gli investitori che si preparano al taglio del tasso di interesse e all’adozione di nuove misure di stimolo da parte della Banca d’Inghilterra, durante la riunione del 4 agosto.

Il declino del prezzo del petrolio continua a pesare sul dollaro canadese. I contratti sull’oro con scadenza a dicembre, negoziati sul Comex e denominati in dollari, sono stati sostenuti dal deprezzamento della valuta statunitense.