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Correlazioni E Rapporti Dell’Oro Squilibrati

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Aug 30, 2016, 11:54 UTC

Nella sessione statunitense il mercato aurifero inverte la rotta recuperando le perdite che si soffermavano nella sessione asiatica. Venerdì il prezioso

Correlazioni E Rapporti Dell’Oro Squilibrati

Nella sessione statunitense il mercato aurifero inverte la rotta recuperando le perdite che si soffermavano nella sessione asiatica. Venerdì il prezioso rimane stabile a 1,321$. Ricordiamo come il metallo giallo si sia mosso in ribasso dopo che Fischer, del FOMC, ha mostrato una politica molto più aggressiva di quella presentata poche ore prima dal suo superiore. Stranamente oro e dollaro statunitense si sono mossi nella stessa direzione. Il biglietto verde é scambiato a 95,61.

Esiste una precisa correlazione tra il prezzo dell’oro e quello del dollaro statunitense nonché una correlazione tra oro e argento. L’oro e il dollaro statunitense tendono a muoversi in direzioni opposte mentre il metallo giallo e l’argento seguono lo stesso percorso. Quando il rapporto non é in linea implica uno squilibrio del mercato. Se il rapporto aumenta significa che l’oro sta sovraperformando mentre l’argento sta sottoperformando. Quando il rapporto é in calo, significa che l’argento sta sovrapervormando e l’oro è poco efficiente. Attualmente il prezzo dei due metalli si oscurano reciprocamente e il rapporto é in calo.

“Ci sono diversi motivi per cui esiste l’asimmetria tra oro e dollaro. Stando alla ricerca State Street Global Advisors gli analisti ritengono che due di questi motivi spicchino sugli altri”. “In primo luogo, l’oro è una delle valute multiple che esistono nel sistema monetario, come mostrato dal suo utilizzo da parte delle banche centrali nelle loro riserve estere. Così, il legame tra l’oro e il dollaro non dovrebbe essere visto in modo isolato, ma in relazione ad altre valute. In secondo luogo, seppur importante, il dollaro è solo uno dei molti driver che influenzano l’oro, tale complessità può alterare la correlazione negativa tra i due.”

Secondo il team degli analisti della Deutsche Bank, confrontando il tasso con cui le banche centrali hanno acquistato beni per espandere i propri bilanci e le variazioni del prezzo dell’oro troviamo una correlazione. Il ritmo di espansione dello stato patrimoniale del 300% dal 2005 indica che l’oro potrebbe valere di più.

Venerdì hanno scritto in una nota:

“Cerchiamo di essere chiari; non stiamo dicendo che in uno scenario a breve termine l’oro sarà negoziato a 1.700, ma confrontandolo con il bilancio aggregato delle “quattro grandi” banche centrali mondiali (Fed, Bce, BoJ e PBOC) tale ipotesi potrebbe essere plausibile se si considera l’oro come valuta, infatti, il metallo ha un valore molto più vicino ai 1.700 che al prezzo spot di 1326″ . Negli ultimi dieci anni la correlazione di é rotta solo due volte.

La prima volta fu durante la Grande Recessione, quando le banche centrali hanno venduto le loro riserve auree per soddisfare le esigenze di liquidità. La seconda volta é accaduto nel 2013, quando la Fed ha segnalato che stava esaurendo il suo massiccio programma di alleggerimento quantitativo che coinvolge gli acquisti di asset.

Non c’è una ragione fisica che possa spiegare il calo dell’oro registrato lunedì mattina. Non abbiamo assistito a nessuna vendita né sugli ETF né sull’SPDR Gold Trust. Questo rende la caduta del prezzo dell’oro e dell’argento vulnerabili. Venerdì scorso il prezzo dell’oro ha cominciato a recuperare velocemente testando i 1.336$ dopo aver toccato il minimo a 1.322$. Tuttavia, nel corso della sessione il prezioso inverte nuovamente la rotta chiudendo a 1.322$. Tutto questo calo é dovuto alle transazioni ad alta frequenza. Eppure nessun compratore é rientrato nel mercato a livelli superiori dopo la scadenza mensile delle opzioni e dei future. Il modo migliore per riassumere l’azione è che la forza del dollaro ha colpito tutte le valute e l’oro, ma non l’argento.

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